La sfida del reCAPTCHA nelle SERP
La tecnologia reCAPTCHA di Google può spesso bloccare le richieste automatiche quando rileva un comportamento non umano. Ciò non solo ha un impatto sui flussi di lavoro, ma può anche comportare divieti IP, causando ritardi e costi maggiori.Come NextCaptcha affronta reCAPTCHA
L'API proxyless reCAPTCHA v2 di NextCaptcha offre una soluzione semplice, consentendo richieste che imitano l'attività umana. La sua natura proxyless semplifica inoltre la configurazione eliminando la necessità di server proxy aggiuntivi.Introduzione a NextCaptcha
Per iniziare, visita la [documentazione NextCaptcha] e ottieni una chiave API. Questa chiave autenticherà le tue richieste e ti consentirà di utilizzare i loro servizi di risoluzione CAPTCHA.Configurazione e integrazione API
Utilizza la documentazione fornita per impostare l'API nel tuo codice. Ecco una configurazione passo dopo passo per integrare l'API di NextCaptcha con il tuo progetto:Definisci parametri: Definisci parametri
Invia la richiesta di risoluzione: Utilizza una richiesta POST per inviare la chiave del sito e l'URL della SERP di Google all'API di NextCaptcha.
Recupera il token: Dopo aver risolto il CAPTCHA, recupera il token generato da NextCaptcha.
Invia token a Google: Utilizza questo token per bypassare reCAPTCHA nella SERP di Google di destinazione.
Utilizzare la limitazione
Incorporare ritardi tra le richieste per evitare di attivare i filtri di sicurezza di Google.Ottimizza per punteggi reCAPTCHA v3 elevati
Utilizzare tecniche per aumentare il punteggio del token reCAPTCHA v3, ad esempio utilizzando veri user agent e lasciando passare del tempo tra le interazioni.